Luciana Ferrone: “La mia strada”

2016

Era il lontano 1983 quando una giovane donna poco piu che ventiquatrenne usciva di casa in macchina con a bordo le sue  piccole bambine per cercare aiuto e sostegno nella sua famiglia d’origine: due bimbe, una casa da pagare, un solo stipendio era troppo poco per andare avanti e non c’era abbastanza per il latte e figuriamoci per i giocattoli…

All’incrocio della sua casa la donna dà la precedenza a una macchina nel cui abitacolo vi era una bella e giovane donna elegantemente vestita, con un marito  al suo fianco, sorridevano gioiosi, un figlio dietro che giocava felice con loro posizionandosi tra i due sedili.. l’immagine era così bella , vera , serena, solo nel mio cuore vi era tanta tristezza per non poter avere niente e non poter dare alle mie figlie nemmeno il necessario .. fù un colpo al cuore, i miei studi nel cassetto insieme alle mie aspirazioni di donna…

Capii che non potevo essere solo madre ma dovevo essere anche donna e dare ancora di più…

Fu così che cominciai a lavorare, un lavoro qualunque, un’azienda di spedizioni e trasporti, rispolvero i miei studi linguistici, un lavoro di 12 ore giornaliere e il mio restante tempo era “essere Madre”, tanta stanchezza ma riuscire ancora a giocare con le mie figlie al rientro a casa…

Imparai ben presto quella tipologia di lavoro, lo imparai in tutte le sue sfaccettature, lo feci mio, ne studiai tutti i dettagli, le innovazioni, gli ammodernamenti al passo con i tempi e poi il salto… un’azienda nuova, mia insieme a due soci..

E lì il decollo, la mia forza la mia azienda, il mio valore che nemmeno mi riconoscevo, i frutti delle fatiche arrivano presto, dopo dieci anni diventiamo un’azienda leader ma.. devo fare i conti con un socio, maschilista , arrogante, prepotente. capisco che devo andar via e ricominciare di nuovo tutto daccapo, i miei frutti al vento, è dura ma non ho alternative, amavo quel lavoro che io avevo costruito come una mia creatura ma non potevo perdere la mia pace, la mia serenità, il rispetto per me stessa e allora lasciai  tutto lì e ricominciai di nuovo in un azienda tutta mia, solo mia.

Ricominciare è dura, grandi colossi industriali guardano ai numeri e non alle storie, costruisco di nuovo con fatica e con il grande sostegno morale della mia famiglia una nuova realtà con  professionalità, con devozione, attenzione ai sistemi e di nuovo si volaaa ma… un gruppo di aziende concorrenti nel territorio e capitanate dalla mia vecchia azienda che ero stata costretta a lasciare  tenta di fermarmi e ancora una volta il mio essere donna mi penalizza, organizzano uno sciopero vero e proprio contro di me, contro la mia azienda che non deve arrivare dove loro sono arrivati dopo tanti anni.. e riescono a bloccare e picchettare con uno sciopero uno  stabilimento industriale chiedendo che non venga inserito un nuovo fornitore, ossia la mia azienda, stampa e media si interessano del problema , quella lunga notte…

Informata dalla Questura di Frosinone sullo sciopero in atto presso quell’industria e motivata dalla presenza della mia azienda, capisco che la vita per me sarebbe stata sempre troppo dura e che un industria avrebbe ben ceduto a un simile ricatto non potendosi permettere di tenere bloccato uno stabilimento, vago per tutta la notte con la mia macchina pensando e disperandomi, a intervalli le telefonate di pochi amici veri e colleghi , capisco che è la fine ma non voglio essere “cacciata”, decido che me ne vado da sola e allora mando una comunicazione fax a tutti i massimi esponenti di quell’industria dicendo che se il mio ingresso (peraltro corposo) in quell’azienda doveva significare così tanti problemi per quell’industria, avrei tolto  io il disturbo, ” non affaticatevi a cercare una soluzione, l’ho trovata io per voi, rinuncio al lavoro e agli ordinativi  che mi avete commissionato”.

Fu il principio,  fu l’inizio vero e proprio, quel fax inviato alle 4 del mattino dal mio ufficio fu letto da tutti i vertici e non solo non fui espulsa ma mi fu dato molto più ampio respiro e credito lavorativo.
La mia azienda allora veramente prese il volo ed io ero il timoniere della mia barca a vela che mi ha fatto navigare per tanti mari, fiera del mio lavoro delle mie competenze e della mia forza.
Oggi si è aggiunto un coopilota alla guida , una delle mie figlie che ha lasciato una farmacia per aiutarmi e portare avanti nel futuro e dritta nella sua meta questa nostra realtà apprezzata e  qualificata in Italia e in Europa .
Credere fino in fondo in se stessi, imparare bene un lavoro e costantemente adeguarsi ai  tempi che cambiano più velocemente di noi è la chiave per ogni successo.

Luciana Ferrone