Chiara Ciavolich

STORIA DI STORIA.

La mia storia imprenditoriale, se comparata con la storia della mia famiglia, e’alquanto recente ma di contenuti e ricchezza certo non manca. Quindi mi butto.
Io di anni ne ho 33 e vengo da una di quelle famiglie storiche sul territorio d’Abruzzo, che producono vino dal 1800. La mia famiglia, e la mia azienda agricola, si chiamano CIAVOLICH.
E siccome, come vi ho detto, la mia e’ solo l’ultima parte di una lunghissima storia di famiglia,
vorrete scusarmi se per raccontarvi di me, dovro’ servirmi un po’ di lei per arrivare a spiegarvi come all’eta’ di 26 anni, 7 anni fa, ne divento titolare grazie alla fiducia di un padre che piu’ grande non si puo’.
Il nome Ciavolich è di origine bulgara. Erano mercanti di lana, arrivarono in Italia e nel 1700 iniziarono la coltivazione della vite. Nel 1853 Francesco Ciavolich costruì la prima cantina della famiglia, per vinificare in proprio le uve che provenivano dai terreni circostanti.
La cantina f attiva fino al 1943, anno ci occupazione tedesca.
Dopo la guerra si rinizio’ a produrre e negli anni 60 arrivarono in eredita’ 80 ha di terreno nel territorio di Loreto Aprutino, terreni sui quali mio padre pianto’ vigneti di Montepulciano d’Abruzzo ( tutt’ora esistenti e che ci danno i migliori vini) e uliveti ( che oggi ci danno l’eccellenza dell’olio Dop Aprutino Pescarese).
Negli anni 90 e 2000 l’attivita’ e’ volta principalmente alla vinificazione delle nostre uve per vendere vino all’ingrosso.
La bottiglia e’ solo all’inizio: nel 1997 era nato il Divus Montepulciano d’Abruzzo da un idea di mia madre che credeva nella valorizzazione di un prodotto di qualita’ eccezionale proveniente da vigneti di piu’ di 40 anni di una terra naturalmente vocata: quella di Loreto Aprutino.
Io arrivo fresca di laurea nel 2004. Dopo 6 mesi di pratica legale presso uno degli studi piu’ “in” di Pescara, passando il sabato e la domenica davanti ad un pc con mio padre a controllare conti, costi e trend, decido di dire addio al tribunale e di darmi alla campagna.
Ricordo ancora amici funzionari della Regione Abruzzo, chiamati a verificare i miei requisiti per ottenere contributi di primo insediamento ( eh gia’, noi dell’agricoltura andiamo incentivati a fare il nostro lavoro..che oggi non sono molti i giovani che lo vogliono fare) che mi guardavano con sospetto e mi dicevano: “ non sarai mica una dei tanti figli di papa’ che vanno a fare la bella vita e che nel frattempo si prendono i contributi dello stato per ristrutturarsi la casa di campagna?”.

E’ cosi che inizio, a 26 anni, la mia storia.

L’azienda , dislocata su due province e 6 sedi, vanta 75 ha di cui 44 vitati e 7 ha uliveto, poi noceto, seminativo e boschi cedui. Le bottiglie prodotte sono circa 5000.
Forte di una struttura produttiva e trasformativa pressocchè autosuffciente e di elevata competenza
e tradizione, decido di iniziare il mio lavoro dal potenziamento della commercializzazione, soprattutto estera, dei vini prodotti dall’Azienda. Le linee di prodotto passano in sei anni da 3 a 9 e per la maggior parte si tratta di valorizzazione di vitigni autoctoni abruzzesi.
Alla originaria linea di autoctoni Montepulciano, Trebbiano e Cerasuolo d’Abruzzo Doc di nome DIVUS ( dall’appellativo che gli antichi romani riservavano all’Imperatore vincitore di dure battaglie), si affancano ben presto un Pecorino Igt Colline Pescaresi prodotto
in purezza a Pianella di nome ARIES ( da “ ariete”: il pecorino si chiama cosi poiché è uva precoce che piace molto alle pecore in periodo di transumanza) E poi ancora una linea giovane, fresca e fruttata composta da un Montepulciano d’Abruzzo Doc, un Trebbiano d’Abruzzo doc, uno Chardonnay Igt Terre di Chieti ed un Cabernet Sauvignon Colline Pescaresi sotto il nome di
ANCILLA ( l’ancella che nell’antica Roma- mesceva il vino alle tavole dei nobili) e infne un Montepulciano d’Abruzzo Doc 2003 che proviene dalle vigne più antiche di Loreto Aprutino, quelle piantate da Giuseppe Ciavolich negli anni 60, che si chiama ANTRUM e che è dedicato alle grotte sotterranee pre- senti nel nucleo originario della prima cantina Ciavolich, edificata nel 1853.
Proprio questa è la seconda opera di potenziamento aziendale voluta e attuata da me che, nel 2006, do’ avvio ad un attento lavoro di restauro conservativo dell’antica cantina per riportare all’antico splendore uno dei più signifcativi esemplari della storia della vitivinicultura abruzzese.
Oggi questo luogo magico è tornato ad essere fulcro principale della vita dell’Azienda ed è sede al primo livello di una “magica” vineria ( aperta dal mercoledi alla domenica dalle 19,30 in poi) dove a lume di candela si possono degustare i vini prodotti dall’Azienda e prodotti ga stronomici a Km 0, mentre il piano interrato ospita ancora le antiche botti dove riposano
i grandi rossi prodotti nelle tenute di Lo- reto Aprutino ( Pescara).

Inizia il lavoro di ammodernamento tecnologico per la trasformazione delle uve : la Cantina costruita da mio padre negli anni 60 si dota pian piano di serbatoi in acciaio inox a tem- peratura controllata, di una pressa soffice per la pressatura delle uve bianche e la svinatura dei rossi, di pompe moderne, di un frigor- ifero per la refrigerazione e stabilizzazione dei vini e di barriques e botti che facciano risposare i rossi e i bianchi più importanti. Nel 2008 il valore delle uve e del vino è ai suoi minimi storici.
Decido di conferire in una Cooperativa che si occupi della trasformazi- one e successiva commercializzazione tutto il quantitativo di uva eccedente rispetto alle esigenze di imbottigliamento dell’Azienda. In questo modo mi potro’ concentrare solo sul prodotto dotato di valore aggiunto.
In Azienda arrivano un magazziniere, una ragioniera ed una assistente commerciale. Tutti giovani. Io, che adoro l’estero, mi lancio subito sui mercati stranieri. Si aprono uno dopo l’altro il mercato di New York, San Francisco, Chicago, Los Angeles, Montreal, Tokio, Oslo.
Valorizzo il marchio, la mia storia, le mie tradizioni.
Le vendite dei prodotti aumentano: passiamo dalle 5000 bottiglie vendute nel 2004 alle 60000 del 2009 e per l’Azienda Agricola diventa determinante l’aver puntato sulla valorizzazione del prodotto in un momento di crisi agricola ed economica mondiale a cui assistiamo da tempo.
Si privilegia il rapporto diretto con il cliente, la ristorazione e i punti vendita di qualità che sappiano apprezzare un prodotto frutto di sforzi e che in sé racchiude un’intera fliera produttiva.
Nel 2010 creo, insieme ad altre 3 aziende vitivinicole del Piemonte e della Lombardia un gruppo per l’export:
4VINEYARD, www.4vineyards.com. Si tratta di un gruppo di quattro aziende dalle me- desime caratteristiche: (aziende agricole che coprono l’intera fliera, di antica tradizione e di stampo familiare) che si propone di ag- gredire determinati mercati esteri mettendo insieme le forze.
Il gruppo partecipa a fiere internazionali, aderisce ad incontri b2b e promuove i vini all’estero ot- tenendo un notevole risparmio sui costi e maggiori possibilità di successo.
Nel 2011 il marchio cresce anche in Abruzzo dove l’Azienda è riconosciuta come storica e di antiche tradizioni. E’ incredibile che nonostante la crisi che ci sia, l’aumento di fatturato regga.

Nel 2008, nel frattempo, ho conosciuto mio marito.
Con lui, che 6 ore al giorno le dedica al suo lavoro e le altre 12 le dedica alla mia Azienda,
parte un altro progetto: riqualificazione e modernizzazione del lavoro in campagna, trasferimento sede aziendale a Loreto Aprutino e focus ancora maggiore sul commerciale Italia.
Iniziamo il processo di innovazione tecnologica in agricoltura: attrezzature nuove in sostituzione delle obsolete, assunzione di ragazzi giovani accanto agli esperti pensionati, ricerca della massima qualita’ nella creazione del prodotto.
Recuperiamo il nostro casale di Loreto Aprutino, che vogliamo destinare ad agriturismo.
Iniziamo il trasferimento della cantina, per avere tutto sotto controllo.
Siamo un cavallo in corsa.
Vinceremo?
Stiamo a vedere. Noi ci buttiamo.
Ma questa e’ un’altra storia.

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